Nuovo Accordo Stato-Regioni 2025: cosa cambia?

Busto di un lavoratore con casco di sicurezza, simbolo delle nuove regole introdotte dall'Accordo Stato-Regioni 2025

Ci sono cambiamenti che arrivano in punta di piedi e altri che bussano alla porta con forza. Il nuovo Accordo Stato-Regioni, approvato il 17 aprile 2025, fa parte della seconda categoria: impone nuove regole, modifica vecchie abitudini e, soprattutto, cambia il modo in cui preposti, dirigenti e lavoratori vengono formati sulla sicurezza.

Non è solo un aggiornamento burocratico, ma una riscrittura delle regole del gioco.
La sicurezza sul lavoro è sempre stata una materia complicata, spesso gestita con un approccio più formale che realmente efficace. Si parla di normative, di corsi obbligatori, di certificazioni e documenti da firmare, ma alla fine cosa resta?

Troppo spesso la formazione viene vista come un’incombenza da sbrigare velocemente piuttosto che un’opportunità di apprendimento concreto.

Un problema vecchio come il lavoro stesso

Pensiamo a un operaio edile che lavora a dieci metri da terra, su un’impalcatura instabile. Il regolamento gli impone di indossare un’imbracatura, controllare gli appoggi e rispettare protocolli precisi. Ma se nessuno gli ha mai mostrato concretamente come reagire a una situazione di emergenza, che valore ha tutta quella teoria?

La sicurezza non è un concetto astratto, è qualcosa di vivo, che si sperimenta ogni giorno. Eppure, per troppo tempo i corsi si sono limitati a una serie di slide e test a risposta multipla, trascurando l’aspetto pratico. Il nuovo Accordo cerca proprio di cambiare questa impostazione.

Accordo Stato-Regioni 2025P. 9 CSR Atto Rep. N. 59 17Apr2025
Per un’analisi approfonditaMorti sul lavoro: le verità nascoste

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Le novità per i preposti

Se fino a oggi bastava un corso online per ottenere la qualifica di preposto, da ora la formazione sarà obbligatoriamente in presenza, con un forte accento sulla pratica. Un preposto, infatti, ha un ruolo chiave nella gestione del rischio: è colui che deve prevedere e correggere comportamenti pericolosi prima che sfocino in un incidente.

  • Durata aumentata: il corso per i preposti passa da 8 a 12 ore, con moduli specifici su sorveglianza, comunicazione del rischio e gestione dell’emergenza.
  • Aggiornamenti biennali: mentre prima erano richiesti ogni cinque anni, ora saranno ogni due anni, perché i rischi cambiano e la conoscenza deve restare aggiornata.
  • Verifica pratica delle competenze: non basta più un test finale scritto, ma la capacità di applicare la formazione sarà valutata direttamente sul luogo di lavoro.

Pensiamo a un caso concreto: un caposquadra che deve gestire una situazione di emergenza. Con le nuove regole, il suo corso non si limiterà a indicargli cosa fare, ma gli farà provare cosa significhi trovarsi in un’evacuazione improvvisa.

Dirigenti e lavoratori: nuove responsabilità

Non sono solo i preposti a dover affrontare cambiamenti. Anche i dirigenti avranno un ruolo più attivo. La loro responsabilità non sarà più soltanto garantire che i corsi vengano svolti, ma anche verificare che la formazione abbia un impatto reale.

I lavoratori, dal canto loro, beneficeranno di sessioni più interattive, dove la teoria lascia spazio alla pratica. Invece di sentirsi dire “attenzione a questo rischio”, saranno messi di fronte a simulazioni realistiche che insegneranno loro a reagire istintivamente in situazioni critiche.

Metafore e intuizioni: imparare come si impara nella vita

Pensiamo alla sicurezza sul lavoro come a un paracadute. Puoi leggere decine di manuali su come funziona, puoi fare un test a risposta multipla sulle procedure corrette, ma se non hai mai provato la sensazione reale di un lancio, difficilmente saprai reagire nel modo giusto in caso di emergenza.

Ecco perché il nuovo Accordo introduce la formazione pratica obbligatoria. Un lavoratore non deve solo sapere cosa fare: deve sentirlo, deve provarlo, deve renderlo istintivo.

Impatto reale nelle aziende dell’Accordo Stato-Regioni 2025

Queste modifiche non rimarranno solo teoria. Immaginiamo un’azienda che lavora con sostanze chimiche pericolose.

Il nuovo Accordo Stato-Regioni 2025 non si limiterà a dire ai dipendenti “attenzione ai rischi”, ma li farà affrontare simulazioni in cui devono gestire una perdita accidentale, evacuare correttamente e usare in modo appropriato le attrezzature di sicurezza.
I benefici?

  • Meno incidenti sul lavoro grazie a una maggiore consapevolezza del rischio.
  • Maggiore preparazione dei preposti, che non saranno più semplici supervisori ma figure attive nella prevenzione.

Un cambiamento culturale, dove la sicurezza diventa una pratica quotidiana e non un obbligo formale.
Sfide e difficoltà di implementazione Ovviamente, ogni cambiamento porta con sé anche delle difficoltà.

Per molte aziende, la formazione obbligatoria in presenza rappresenta un costo aggiuntivo, sia in termini economici che organizzativi.

Un’altra sfida sarà l’adattamento logistico: alcuni settori lavorativi avranno difficoltà a gestire i nuovi obblighi formativi senza interrompere le attività produttive. Tuttavia, l’Accordo prevede soluzioni flessibili che consentiranno di integrare la formazione nella routine aziendale, senza impatti negativi sulla produttività.

Conclusione: una rivoluzione necessaria

La sicurezza sul lavoro non è solo un insieme di regole da rispettare, ma un modo di pensare e agire. Il nuovo Accordo Stato-Regioni 2025 punta proprio a questo: trasformare la formazione da un obbligo burocratico a una mentalità viva e concreta.

Le aziende dovranno impegnarsi per applicare le nuove disposizioni nel modo corretto, evitando che si trasformino in un altro vincolo formale senza effetti reali. Ma se il cambiamento sarà gestito con intelligenza, potremo finalmente vedere una riduzione degli infortuni e una maggiore consapevolezza nei luoghi di lavoro.

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